DUE FACCE DELLA STESSA MONETA, LE GRANDI BANCHE DIMEZZANO GLI UTILI PER PREPARARSI MEGLIO ALL’IMPATTO CON LA RECESSIONE I dati che arrivano dall’economia fotografano un passato prossimo e un presente di recessione violenta appena iniziata, con le fabbriche e i negozi chiusi e la gente che perde il lavoro, mentre le aziende si preparano all’impatto. Infatti il dimezzamento degli utili dei big del credito è dovuto interamente ai miliardi di dollari accantonati per far fronte a prestiti che potrebbero non rientrare a causa di una possibile ondata di fallimenti dovuta alla recessione, se e quando arriveranno. Il rimbalzo di Wall Street è invece la fotografia del futuro di qui a qualche mese, che il mercato tenta di mettere a fuoco facendo il suo mestiere di anticipare l’evoluzione dell’economia reale. L’andamento degli scambi delle ultime due settimane dà ragione agli ottimisti, in entrambi i casi c’è stato uno spunto significativo verso l’alto alle ultime battute di venerdì (giovedì nella settimana di Pasqua), che indica un posizionamento per un ‘gap up’, vale a dire uno strappo al rialzo, alla riapertura del lunedì. Le grandi case di investimento sono abbastanza convergenti sul fatto che probabilmente i minimi sono alle spalle e che può starci tornare ad assumersi un po’ di rischio da parte di chi ha del cash da impiegare. Ma raccomandano anche di essere selettivi, andandosi a posizionare su quei settori che stanno uscendo ‘vincenti’ dalla crisi. Oltre a sanità e farmaceutici, un grande vincitore è sicuramente l’high tech e i servizi di comunicazione. Il blocco da virus ha impresso una accelerazione potente a una serie di trend già in atto: digitalizzazione, automazione, intelligenza artificiale, big data, realtà virtuale, etc. Non è un caso che tra gli indici di Wall Street il Nasdaq sia quello che ha recuperato più terreno e viaggia ormai a una distanza di poco più del 10% dai massimi dopo un tonfo di quasi il 37%. Una cosa da guardare da vicino sono le trimestrali americane, non tanto per stimare il danno fatto agli utili tra gennaio e marzo, ma per capire quanto le società quotate a Wall Street stanno prezzando il danno in arrivo tra aprile e giugno. Il consensus punta a un calo del 9% degli utili nel primo trimestre, che diventa poco più di -7% senza gli energetici. Molte aziende stanno sacrificando utili e dividendo per avere fieno in cascina nella parte più dura della recessione, nel secondo trimestre, quando è attesa una contrazione del 20% dell’economia.
A cura di financialounge.com
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