“Anche le banche saranno colpite dalla crisi”. L’allarme arriva direttamente dalla Banca d’Italia, che attraverso le parole del responsabile della vigilanza, Paolo Angelini, davanti alla commissione di inchiesta sulle banche, spezza così i sogni di chi pensava che gli istituti di credito potessero uscirne pressoché indenni. “Le simulazioni che abbiamo non sono rassicuranti: è evidente che una perdita del Pil del 9% non potrà non incidere sulle imprese e a catena sulle banche che sono esse stesse imprese”.
Chi invece sta già pagando il prezzo della pandemia è l’industria italiana. Ad aprile la produzione registra su marzo un altro crollo, pari al 19,1%. La caduta su base mensile rappresenta “una nuova, marcata flessione, seppure meno ampia di quella di marzo (-28,4%), sottolinea l’Istat evidenziando come “l’unico comparto in leggera crescita” sia quello farmaceutico (+2,0%), mentre rimane sostanzialmente stabile quello alimentare (-0,1%)”. Peggio va su base annua: il tonfo arriva al 42,5%, “nuovo record della serie storica disponibile, che parte dal 1990, superando i valori registrati nel corso della crisi del 2008-2009”.
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