
Titoli di giornali e tv nel weekend: Wall Street disconnessa dall’economia. Mentre esce il Job Report americano più brutto di sempre, con la perdita in un mese di 20,5 milioni di posti e la disoccupazione che schizza al 14,7%, la Borsa di New York infila con il segno + anche la prima settimana di maggio, con il Nasdaq addirittura in territorio positivo sull’anno. Il WSJ come altri titola: decenni di aumenti di occupazione cancellati ad aprile. Cancellati? Se andiamo a leggere fino in fondo i dati scopriamo che il 97% di quelli che ad aprile si sono dichiarati disoccupati in America, praticamente tutti, giudicano anche la propria situazione ‘temporanea’. Non è gente che ha ‘perso’ il posto e ne troverà un altro tra anni o magari mai, come nella Grande Crisi del 2008-09. È quasi tutta gente che è stata costretta a stare a casa qualche settimana ed è pronta a tornare in fabbrica o in ufficio, dove il posto non glielo ha toccato nessuno, grazie anche al poderoso stimolo di Fed e Amministrazione che tiene in piedi le imprese che fanno più fatica.
Il mercato azionario sta facendo il suo mestiere, che è quello di anticipare l’economia reale e l’andamento delle imprese di qui a 3-6 mesi. E anche il prezzo del petrolio indica la stessa direzione: dopo l’illusione ottica dei prezzi negativi, che è esistita per qualche ora solo sugli schermi dei trader dei futures sul WTI, ora viaggia tra i 25 dollari al barile nella versione americana e i 30 e passa del Brent, con gli stessi futures a lunga scadenza che puntano a un forte recupero tra fine 2020 e inizio 2021.
Inoltre c’è la forza deicolossi high-tech americani, vero motore del rimbalzo spettacolare messo a segno nelle ultime cinque settimane, ben illustrato dal grafico qui sotto.
In Europa purtroppo mancano almeno due ingredienti della “V” disegnata da Wall Street, il peso sui listini di campioni tecnologici che sono già sbarcati nella post-virus economy, eil supporto praticamente illimitato e incondizionato all’economia fornito da Fed e Amministrazione.
Anche l’Italia, come il resto del mondo, riaprirà e ripartirà, nonostante lospread, la spada di Damocle dei downgrade che Moody’s per ora ci ha risparmiato, i governi pasticcioni e le maggioranze parlamentari variabili che giocano a fare le opposizioni. Ma sarà un’Italia ancora più divisa, con il Nord pronto a riemergere e agganciare la ripresa globale eil Sud prostrato dalla crisi della sua unica industria, il turismo. Su scala ridotta, gli stessi problemi di tutta l’Unione Europea, che rischia di diventare terra di conquista (economica) come l’Italia di mezzo millennio fa.
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